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Lontano delle località deturpate dalla cementificazione, a partire dalla metà degli anni Ottanta Ostana ha iniziato a riflettere orgogliosamente sul valore di una montagna autentica, rimasta così come gli ostanesi l’avevano lasciata prima di scendere a valle. Era un paese annichilito nello spirito e nella comunità ma aperto alla riflessione per la costruzione di uno sviluppo sostenibile, che aprisse le porte al reinsediamento primario delle famiglie e a nuove attività produttive. Reinsediamento e nuova economia sono i cardini della politica degli ultimi trent’anni, misurabili nel progressivo aumento dei residenti e delle attività. Il primo risultato tangibile fu l’apertura del rifugio di proprietà comunale, parallelamente ai primi affittacamere privati.

Nell’ottobre 2015 è stato inaugurato il Centro Culturale Lou Portoun, autentico fiore all’occhiello del recupero dell’intera borgata di S.Antonio-Miribrart sostenuto con fondi del PSR 2007-2013 e gestito dall’associazione giovanile Bouligar.

Oggi Ostana punta al recupero della terra a scopo agricolo, grazie alle superfici ottenute dalla locale associazione fondiaria; parallelamente, il fascino delle sue borgate ha attirato nuovi investitori, che stanno lavorando per il recupero sostenibile del Serre Lamboi e Ambornetti con progetti altamente innovativi.