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Un'irresistibile volontà di rinascere distingue questo paese in alta valle. Ostana guarda lontano, e non solo al Monviso che si offre allo sguardo con la vetta a piramide che sovrasta le altre cime del gruppo.

Nel 1921 il Comune dichiarava 1187 abitanti, oggi sono appena alcune decine, ma chi se n'è andato ci torna ogni volta che può, per progettare, lavorare, cantare e sognare assieme a chi ancora ci vive.
Il sogno è un paese che rinasca. Ostana, particolarmente d'estate, ma anche quando il sole invernale fa risplendere la sua veste bianca, è un fervore di iniziative comunitarie: feste campestri, balli e canti corali di gruppi spontanei, raduni di alpini, cottura del pane, iniziative al museo etnografico, cura collettiva dell'ambiente. La festa è incontro,  occasione per lavorare assieme, per confrontarsi su progetti che renderanno possibile un ritorno e l'accoglienza di chi in questo paese vuole mettere radici, magari semplicemente per riscoprire il senso della propria vita.

Leggi "Ostana, storia di una rinascita"
di Sara De Carli (06 luglio 2016)

Davanti al municipio sventola la bandiera occitana: segno tangibile di una tradizione linguistica che si vuole ancora vitale.

In questi anni un lavoro attento ha trasformato Ostana in un piccolo laboratorio di architettura alpina, grazie agli amministratori che ci hanno creduto, alla popolazione che ha compreso e seguito le indicazioni per un restauro non folcloristico, e grazie anzitutto all'architetto Renato Maurino che questo laboratorio en plein air ha concepito.

Camminando tra il capoluogo e le frazioni, si ha la possibilità di osservare la qualità dei risultati raggiunti con la ristrutturazione o la costruzione di nuovi edifici pubblici e privati, spazi e attrezzature: la tradizione si confronta con la contemporaneità. E questo dialogo si concretizza in soluzioni architettoniche che proseguono la spontaneità geniale dei maestri muratori di un tempo. Questo è il miracolo di Ostana, un miracolo che dall'architettura si vuole travasare in altri campi: nell'economia, nella cultura e che si auspica di realizzare anche nella lingua occitana che ha radici antiche ma può servire al vivere contemporaneo... non solo in Valle Po, ma in tutte le Valli occitane.