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La Valle Po è situata nella parte centro occidentale del Piemonte, agli estremi limiti della provincia di Cuneo e si estende dallo spartiacque principale, coincidente con l’attuale confine politico italo-francese, fino allo sbocco in pianura, dove si incontrano aree tipicamente coltivate a cereali e frutticultura.

La valle sale rapidamente, nel breve volgere di pochi chilometri, alle zone di alta montagna dove si osservano condizioni climatiche molto severe: elemento significativo di condizionamento dei costumi di vita della popolazione ed elemento caratterizzante della climatologia e della copertura vegetale del territorio, capace di orientare le scelte economiche ed imporre forti vincoli alle vie di comunicazioni di questo territorio alpino.

Molte vette del gruppo del Monviso superano largamente i 3000 metri di quota ed è interessante sottolineare come le maggiori quote (Monviso m 3841, Monte Granero m 3171, ecc) siano situate su contrafforti e catene secondarie e non sulla linea di spartiacque principale. Lo spartiacque separa invece i bacini gravitanti sull’asta del Po e convoglianti le acque, ad est, al mare Adriatico da quelli francesi attinenti al sistema Ubaye-Durance-Rodano, le cui acque si dirigono verso il mare della Provenza.

Oltre la frazione di Calcinere di Paesana la valle si apre in due sottobacini: Oncino, nella valle del Lenta, sulla destra orografica del Po e Crissolo ed Ostana, interessati dal corso iniziale del Po, sulla sinistra orografica della valle. Ogni sottobacino si suddivide e dirama ancora in valloni secondari seguendo l’orografia specifica del territorio. In termini macrotopografici la vallata è delimitata da due lunghe catene che la separano dalle valle Varaita e dalla Valle Pellice, esse si staccano dalla catena principale, la prima a sud dalla Punta Gastaldi (m 3214) e lungo di essa si segnalano il Visolotto (m 3348) il Monviso (m 3841), la cima delle Lobbie (m 3015), la Punta Rasciassa (m 2664), la Testa di Garitta Nuova (m 2385) per scendere fino alle porte di Saluzzo. La seconda a nord, ha origine dalla quota m 3026 presso il monte Granero (m 3171) e lungo di essa si allineano la Meidassa (m 3105), il Frioland (m 2720), la Selassa (m 2036) terminando, dopo la Colletta di Barge, con la presenza importante del Monte Bracco (m 1307) contrafforte geologicamente significativo all’imbocco della valle Po.

Il Gruppo montuoso del Monviso si inserisce geologicamente in quella che viene definita come “formazione dei calcescisti e delle pietre verdi (ofioliti) della Alpi Cozie meridionali”. Sono rocce dalle caratteristiche meccaniche diverse, in alcuni casi molto dure e compatte e in altri più friabili e sfaldabili ed il profilo svettante del Monviso denuncia un’età geologica non molto antica (mesozoica). Imponenti masse di detriti (morenici e di falda) confermano il forte e continuo sgretolamento delle creste e delle pareti ad opera del gelo-disgelo e delle azioni meccaniche. Una fascia di terreni calcarei e calcareo-dolomitici attraversa, nella media vallata, i territori di Crissolo ed Oncino con alcune manifestazioni carsiche ipogee (grotte del rio Martino, Buco di Valenza) o superficiali (Rocca Bianca o il Briccàs).

Nella parte inferiore della vallata compaiono invece potenti masse gneissiche tabulari e micascistose appartenenti al Massiccio Dora-Maira, formanti numerosi pinnacoli e monoliti talvolta riuniti in gruppi dall’aspetto ardito e curioso. Un inquadramento particolare caratterizza il Monte Bracco noto per le quarziti dal colore giallo ambrato cavate da secoli per la caratteristica durezza come materiale di rivestimento e pavimentazione. Il Monte Bracco offre diverse pendenze sui due versanti (praticamente verticale verso la pianura, dolce verso la vallata) la sua formazione è da ascriversi ad un periodo assai antico di assestamento generale di tutta l’area.

Nel gruppo montuoso del Monviso sono infine conosciute parecchie località che presentano cristalli di vario genere (granati, vesuvianiti, quarzi, druse di cristalli fenolici, piropi, ecc.); minerali di ferro (non sfruttabili economicamente per il basso tenore di minerale) sono stati osservati ad Ostana e Crissolo. Notevoli invece le pietre da costruzione ed i calcari che venivano localmente cotti per ottenere calcina (si noti il toponimo di Calcinere di Paesana), banchi di argilla offrono materiali per laterizi e marmi che venivano saltuariamente scavati in diverse località della valle. Come per tutte le vallate alpine sono ben presenti le testimonianze del glacialismo con frequente presenza di rocce lisciate, montonate e striate. Imponenti cumuli morenici (stadiali, laterali, di confluenza) sono presenti ovunque soprattutto al disopra dei 2000 metri nell’area del Monviso; sono presenti tuttora alcune vedrette e canaloni ghiacciati peraltro in generale regresso.

Nelle conche di origine glaciale sono ospitate numerose masse liquide, alcune cospicue altre di dimensioni ridotte, spesso riunite a gruppi, a catena, a corona. La maggior parte di questi laghi ha superficie ridotta e scarsa, in generale, risulta la loro profondità, sovente sono privi di emissario e in questo caso l’acqua trova vie carsiche di comunicazione e di regolazione del bacino. L’acqua, come noto, costituisce l’elemento fondamentale di modificazione del territorio, anche sul territorio di Ostana esistono corpi idrici (anche se di dimensione limitata) che hanno inciso profondamente i versanti.